Nell’imperfezione si trova la bellezza, attraverso la diversità si trova l’unicità e il tutto diventa armonia.
Kurinuki è una tecnica di ceramica giapponese che consiste nell’intagliare la forma desiderata in un pezzo di argilla. Il nome può essere tradotto letteralmente con “scavare”.
Si utilizza un unico blocco di argilla, che viene scolpito con gli strumenti appropriati per ottenere la forma desiderata. Invece di creare un’opera da singoli pezzi di argilla, come avviene in altre tecniche, il pezzo viene scolpito da un unico blocco.
La tecnica Kurinuki risale al Giappone medievale, dove veniva utilizzata per realizzare oggetti in ceramica per la cerimonia del tè. Durante il periodo Edo (1603-1868), la tecnica fu estesa alla produzione di altri oggetti di uso quotidiano destinati all’uso personale e non venivano commercializzati su larga scala.
Grazie alla particolare natura di questa tecnica, ogni pezzo che ne deriva è unico e non ne esistono due uguali. Questa unicità ha portato molti artisti/artigiani ad abbracciare la tecnica Kurinuki come forma d’arte per esprimersi con creazioni irripetibili.
Opera ispirata alla spedizione Karakorum 2017 di Marcello Sanguineti con i suoi compagni.
Spedizione che si è svolta sulle montagne al confine tra Pakistan e India.
Dove l’esplorazione, la passione e la ricerca scientifica scuotono l’animo umano e lo costringono a manifestarsi.
Dove l’incontro tra natura e uomo si spinge all’estremo sino a trovare quel rispetto ormai perso.
Dove il combattimento avviene in territori impervi e inesplorati e non lascia spazio all’inessenziale.
Le Forme Fluttuanti prendono vita da un segno, da una traccia.
Il gesto della mano lascia inciso sulla superficie la traccia di una percezione, di un desiderio, di una visione. La materia inizia ad interagire col gesto spontaneo e ne prende il sopravvento. Si impone.
Cresce alla ricerca della sinuosità, della sensualità, dell’armonia e del giusto momento per fermarsi.
Quando il tatto, il palmo della mano ne sono appagati, l’azione si ferma e la Forma Fluttuante si riposa.
Le Ferite dell'anima appartengo a tutti… non si è soli.
La forma è riconoscibile e dunque rassicurante ma trascende il suo utilizzo. Resiste e nonostante le sue ferite continuerà il suo cammino. Si fa guardare, ammirare non perde il suo fascino.
Vi è qualcosa di ancestrale che proviene dalle vite passate dai nostri antenati. Tocca l anima nel suo profondo, va a cercare quell’angolino lontano e riservato che spesso stenta a farsi vedere.